Descrizione
A quasi ottant’anni dalla caduta del regime, il fascismo non è mai morto, è rimasto sepolto nelle pieghe più oscure della nostra società, pronto a riemergere al momento opportuno. Negato e rivendicato allo stesso tempo, come ci ricorda Giuseppe Civati in questo pamphlet pensato per chi non vuole dimenticare e per chi non vuole rassegnarsi. Dalle relazioni pericolose con l’eversione agli autoritari che si ribellano all’autorità; dall’equivoco sul “fascismo degli antifascisti” agli attacchi al sindacato e a Liliana Segre; dall’uso disinvolto del linguaggio del duce alla memoria selettiva; dal negazionismo del clima a quello dei diritti; Civati smonta l’armamentario di paradossi di cui si servono ogni giorno i tanti, troppi, che “non sono fascisti, ma”.